Nerviano Storica Pannello 37

Corte di Villanova (Foto anni 40)

Il sistema cascina-villa fu per secoli il principale elemento insediativo del territorio milanese. Le cascine-ville erano concepite come complessi, dove gli edifici del lavoro, costituiti dai fienili, dai granai, dai portici, dalle stalle e dalle colombaje, erano pensati e progettati in stretto rapporto con le abitazioni.

Un’altra caratteristica delle cascine-ville, comunemente chiamate Cassine, oltre alla continuità tra le dimore signorili e le abitazioni coloniche, era la presenza di un giardino, di solito realizzato su un lato o tutt’attorno alla casa nobile.

La caratteristica più evidente era la presenza in ogni Cassina di una piccola chiesina, o oratorio, così come nel caso di Villanova, che è caratterizzata proprio dal grazioso oratorio dedicato a Santa Maria Assunta che è ancora oggi al centro della corte di Villanova.

Quella di Villanova è una corte molto antica e un tempo era proprietà delle monache di Santa Margherita, uno dei sette antichi monasteri femminili di Milano. Come le Grance, gli insediamenti chiamati Villanova erano, e sono, molto frequenti in tutta l’Europa cristiana (Villanova in Italia, Villeneuve in Francia, Villanueva in Spagna).

Erano centri contadini spesso di proprietà monastica e non necessariamente conventi (come invece vuole la tradizione orale, ma probabilmente abitate, le corti, anche da qualche monaca, cosa a dire il vero molto frequente sino alla riforma degli ordini monastici voluta da san Carlo) e si costruirono durante la rivoluzione agraria dell’anno mille, probabilmente in contrapposizione con alcune Ville, borghi, più vecchi, per dissodare e lavorare i campi e la pianura, che qui, un tempo era ricoperta di boschi e brughiere.

L’oratorio attuale, cioè nelle forme visibili oggi, risale anch’esso all’epoca dei Borromeo. Carlo e Federico, dopo aver visitato e fatto visitare l’oratorio, già dedicato all’Assunta, prescrissero di far lastricare la chiesina, un tempo pavimentata in terra, di far posizionare le inferriate alle finestre e di rifare l’Altare Maggiore.

È composto da 3 ambienti: il primo, più grande, per i fedeli, di 9 metri per 6, è coperto con un solaio in legno a cassettoni; un secondo, più piccolo, di 4 metri per 3, per l’Altare Maggiore; e un terzo a nord, più piccolo, per la Sagrestia. L’esterno è molto sobrio, uno dei più semplici della zona, con tetto a capanna, un’unica porta centrale, senza dipinti, tranne il Cristo recentemente realizzato al posto di quella che un tempo probabilmente era una finestra rettangolare. Molto bello, poi, l’affresco della Vergine assunta in cielo sulla parete di fondo. La chiesina è stata oggetto di restauri non molti anni fa.  (F.P.)

Testo curato dal Gruppo “Pro Memoria Nerviano”

CLICCA QUI PER RAGGIUNGERE IL PANNELLO

TORNA ALLA PAGINA CON TUTTI I PANNELLI